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Cuneo, partorisce e getta il piccolo

Ultimo Aggiornamento: 29/10/2007 17:47
27/10/2007 21:23
 
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Cuneo, partorisce e getta il piccolo
Fermati madre, nonna e convivente


CUNEO - Il corpicino di un bimbo appena nato è stato trovato in un dirupo a Pontechianale, in provincia di Cuneo. E' accaduto ieri sera, e nella notte sono stati fermati la mamma del piccolo, una ragazza 20enne, la nonna del neonato e il suo convivente, tutti italiani. Per tutti e tre l'ipotesi di reato è infanticidio e occultamento di cadavere, anche se la giovane accusa i familiari di averla costretta all'aborto.

Ad allertare i carabinieri è stato l'ospedale di Savigliano dove la giovane si è presentata con una grave emorragia. Il piccolo è stato trovato questa notte tra le sterpaglie, la neve e i rifiuti in fondo ad un burrone, a 1.600 metri. A indicare quel luogo, anche se in modo assai confuso, è stata la stessa giovane madre.

Le indagini dei carabinieri, che saranno supportate dalla perizia del medico legale, dovranno ora chiarire meglio i contorni della vicenda. Sarà l'autopsia, prevista per l'inizio della settimana, a stabilire se il bimbo, alla trentesima settimana di gestazione, sia nato morto o sia stato invece soppresso dopo la nascita.

La madre, sottoposta a intervento chirurgico per fermare l'emorragia, sta meglio ed è piantonata all'ospedale di Savigliano. Sono invece in carcere la madre della ragazza, quarant'anni, e il convivente di quest'ultima, cinquant'anni, che è sospettato di essere il padre del piccolo.

I tre si erano trasferiti a Pontechianale da alcuni mesi, forse per tenere nascosta la gravidanza della ragazza. Secondo quanto appreso, la famiglia non avrebbe particolari problemi economici, anche se le due donne non lavorano. Si tratterrebbe di una famiglia considerata, al meno dal di fuori, "normale", ma attraversata, anche secondo quanto trapela dalle poche parole degli inquirenti, da un profondo disagio esistenziale.

Fonte: la repubblica

27/10/2007 21:39
 
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Mancato riconoscimento del bambino


Si può non riconoscere il bambino, è reato abbandonarlo. Se la donna trova insuperabili difficoltà, è possibile partorire in anonimato e rinunciare al figlio garantendogli il diritto di crescere in una famiglia. Ogni donna ha il diritto di essere aiutata e informata sul fatto che si può partorire senza riconoscere il figlio. Anche se clandestina, l’immigrata può far nascere il proprio figlio in una struttura pubblica senza temere di subire provvedimenti di espulsione. Sia la donna sposata che quella non sposata hanno il diritto di riconoscere o meno il neonato.
La scelta della donna di non riconoscere il figlio è rigorosamente protetta dalla legge. Coloro che, per motivi d’ufficio, siano venuti a conoscenza del nome della madre non possono rivelarlo e commettono reato se lo fanno.

Una volta partorito, alla fine della degenza, la madre potrà lasciare in ospedale il neonato, il quale verrà temporaneamente affidato ad un istituto. Tale misura serve anche a lasciar trascorrere il termine di 10 giorni previsto dalla legge entro cui i genitori possono decidere in ogni caso di riconoscere il figlio. Se ciò non avviene il neonato verrà dichiarato adottabile. In questo caso, infatti, l’Ufficiale di Stato Civile, dopo aver attribuito al neonato un nome e un cognome, procede entro 10 giorni alla segnalazione al Tribunale per i Minorenni per la dichiarazione di adottabilità.
Generalmente questi bambini vengono adottati in tempi rapidi dalle famiglie in attesa di adozione.

Non è consentita l’espulsione delle donne in stato di gravidanza o nei 6 mesi successivi alla nascita del figlio. Se straniera e non in regola, la madre può chiedere un permesso di soggiorno per motivi di salute per il periodo di gravidanza e fino a 6 mesi dopo il parto, avendo altresì la possibilità di iscriversi al Servizio sanitario nazionale.
Per saperne di più, e per ricevere assistenza prima, durante e dopo il parto ci si può rivolgere nel Comune dove si risiede, ai centri di assistenza sociale ed ai consultori familiari.
Si può chiedere consiglio presso i centri di ascolto delle associazioni di ispirazione religiosa presenti su tutto il territorio
nazionale ed alle associazioni femminili che operano nell’ambito dell’assistenza giuridica e sociale presenti in tutti i comuni.
Per partorire in anonimato ci si può recare presso i centri ospedalieri pubblici della propria zona di residenza, nei reparti di ginecologia e ostetricia, o ci si può rivolgere alla Asl, servizi sociali, sanitari ed educativi.


Detto ciò non posso che deprecare un atto talmente orrendo e vergognoso che spetta alla legge Italiana condannare e alla società civile rigettare in quanto autentico OMICIDIO!!!!






[Modificato da Geneshys 27/10/2007 21:42]
29/10/2007 17:47
 
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Carissimo Gae,
hai fatto molto bene a mettere in relazione l'abbandono di un neonato con la possibilità, che il nostro ordinamento garantisce, di partorire in anonimato e di non riconoscere il proprio figlio, senza che questo costituisca un reato.
Forse questi sono termini un po' difficili anche per molte donne italiane, figuriamoci per le straniere: si arriva a certi gesti terribili per un complesso di situazioni di estremo degrado e di totale ignoranza.
Anche perchè il nostro ordinamento garantisce alle donne che non desiderano diventare madri un altro diritto: l'aborto che può essere realizzato in ospedale con tutte le cautele igienico-sanitarie e gratuitamente.
Putroppo, la mancanza di informazioni, il degrado, l'ignoranza, la paura delle conseguenze legali ma anche situazioni di violenza e di sopraffazione portano a queste tragedie nelle quali, come sempre, sono i bimbi a pagare il prezzo più orribile.
Ciao
L.
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