Mancato riconoscimento del bambino
Si può non riconoscere il bambino, è reato abbandonarlo. Se la donna trova insuperabili difficoltà, è possibile partorire in anonimato e rinunciare al figlio garantendogli il diritto di crescere in una famiglia. Ogni donna ha il diritto di essere aiutata e informata sul fatto che si può partorire senza riconoscere il figlio. Anche se clandestina, l’immigrata può far nascere il proprio figlio in una struttura pubblica senza temere di subire provvedimenti di espulsione. Sia la donna sposata che quella non sposata hanno il diritto di riconoscere o meno il neonato.
La scelta della donna di non riconoscere il figlio è rigorosamente protetta dalla legge. Coloro che, per motivi d’ufficio, siano venuti a conoscenza del nome della madre non possono rivelarlo e commettono reato se lo fanno.
Una volta partorito, alla fine della degenza, la madre potrà lasciare in ospedale il neonato, il quale verrà temporaneamente affidato ad un istituto. Tale misura serve anche a lasciar trascorrere il termine di 10 giorni previsto dalla legge entro cui i genitori possono decidere in ogni caso di riconoscere il figlio. Se ciò non avviene il neonato verrà dichiarato adottabile. In questo caso, infatti, l’Ufficiale di Stato Civile, dopo aver attribuito al neonato un nome e un cognome, procede entro 10 giorni alla segnalazione al Tribunale per i Minorenni per la dichiarazione di adottabilità.
Generalmente questi bambini vengono adottati in tempi rapidi dalle famiglie in attesa di adozione.
Non è consentita l’espulsione delle donne in stato di gravidanza o nei 6 mesi successivi alla nascita del figlio. Se straniera e non in regola, la madre può chiedere un permesso di soggiorno per motivi di salute per il periodo di gravidanza e fino a 6 mesi dopo il parto, avendo altresì la possibilità di iscriversi al Servizio sanitario nazionale.
Per saperne di più, e per ricevere assistenza prima, durante e dopo il parto ci si può rivolgere nel Comune dove si risiede, ai centri di assistenza sociale ed ai consultori familiari.
Si può chiedere consiglio presso i centri di ascolto delle associazioni di ispirazione religiosa presenti su tutto il territorio
nazionale ed alle associazioni femminili che operano nell’ambito dell’assistenza giuridica e sociale presenti in tutti i comuni.
Per partorire in anonimato ci si può recare presso i centri ospedalieri pubblici della propria zona di residenza, nei reparti di ginecologia e ostetricia, o ci si può rivolgere alla Asl, servizi sociali, sanitari ed educativi.
Detto ciò non posso che deprecare un atto talmente orrendo e vergognoso che spetta alla legge Italiana condannare e alla società civile rigettare in quanto autentico OMICIDIO!!!!
[Modificato da Geneshys 27/10/2007 21:42]