Tutti i giorni noi ci diciamo che non è vero: lo sappiamo, lo sa la nostra "ragione", la nostra parte pensante. Credo però che occorra convincerne anche la "bambina" che è in noi, che ha interiorizzato questo senso di paura e ne ha fatto il suo sentimento dominante. Credo che questo sia un lavoro faticoso, lungo e paziente. Credo che faccia parte della psicoterapia, ma anche dell'autoterapia che ognuno di noi deve cercare di farsi, anche se non è facile trovarne i modi.
Sono daccordo con te Paola...
La violenza spesso non arriva subito se non ciclicamente e gradualmente, questa è la grande prima difficoltà che ha la donna di comprendere che si trova di fronte a un partner violento.
Avete tutte sperimentato il primo ciclo che si verifica mediante critiche, osservazioni sprezzanti e forme lievi di violenza fisica. L’individuo violento comunica insoddisfazione, ma è relativamente controllato. Qual'è la risposta della donna all'insorgenza di questi primi segni? Cerca di compiacerlo, nella speranza di calmarlo. È convinta che, se si comporta proprio nel modo giusto, potrà controllarne l’ostilità ed evitare di irritarlo ulteriormente.
Insomma la donna si rende conto che qualcosa non va... però pensa che possa "curare" questo suo atteggiamento/carattere violento.
La tattica usata dalla donna può avere successo per un certo periodo, col risultato paradossale e sfortunato che la vittima arriva a ritenersi personalmente responsabile dell’umore e del comportamento del violento... "se mio marito si è calmato sono io che devo modificare il mio modo di vivere" Allora si è entrati già nella seconda fase, quelle che è l'anticamera del silenzio, della distruzione della propria dignità di donna.
Tutti voi avete sperimentato la manifestazione evidente di rimorso da parte del vostro partner, che promette che quanto accaduto non si ripeterà più. Voi vi siete illuse che questo sia un nuovo inizio e vi convincete di dover restare nel rapporto per “farlo funzionare”.
Allora il ciclo si ripete, la violenza diventa maggiore e più subdola e grave, le scuse pian piano cesseranno e il vostro partner assumerà una dominanza sempre maggiore nei vostri confronti e voi non tenderete più a ricercare il suo perdono ma vi abbandonerete al suo controllo, perdendo la vostra autostima...
In questo stato di sofferenza, di alienazione, di silenzio e di demoralizzazione, la donna tipicamente trova difficile uscire dalla relazione violenta, anche se ha i mezzi e l’opportunità per farlo.
Allora ecco che non è difficile riconoscere l'uomo violento, deve partire da voi stesse la consapevolezza che quell'inizio tale deve rimanere e che non può, non deve convivere con voi!
Un abbraccio a tutte
Gae