24/10/2007 09:51 |
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Ciao Ines e ciao a tutte,
la domanda e le risposte che avete dato mi hanno fatto molto pensare. Tanto più che pensando a me credo che si potrebbe parlare di imparare a riconoscere la persona violenta e non solo l'uomo violento.
O per lo meno imparare a difendere se stesse dai comportamenti violenti.
Ci ho riflettuto molto e, anche se la mia è forse una storia un po' diversa dalle altre, penso che, al di là dei maltrattamenti fisici, degli insulti, delle minacce che ognuno di noi ha avuto la sfortuna di subire in modo più o meno intenso, per quanto mi riguarda è sopruso soprattutto l'alimentare in una persona un senso (fasullo) di dipendenza, il farle credere che da sola è una nullità e non potrà mai reggersi in piedi con le proprie gambe.
Tutti i giorni noi ci diciamo che non è vero: lo sappiamo, lo sa la nostra "ragione", la nostra parte pensante. Credo però che occorra convincerne anche la "bambina" che è in noi, che ha interiorizzato questo senso di paura e ne ha fatto il suo sentimento dominante. Credo che questo sia un lavoro faticoso, lungo e paziente. Credo che faccia parte della psicoterapia, ma anche dell'autoterapia che ognuno di noi deve cercare di farsi, anche se non è facile trovarne i modi.
Voi che ne pensate?
Un abbraccio.
p
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