Affidi, si aggrava la posizione del Comune
Procura, due dipendenti per ore sotto torchio
di MAURIZIO BURNACCI
Sette ore e mezzo di faccia a faccia. Poi la decisione del pm Fabio Di Vizio: i verbali dei due interrogatori di ieri sono segretati. E questo significa una cosa. Le parole delle due dipendenti comunali, Rossella Ibba e Maria Lora Mingozzi, hanno tracciato un solco fondamentale nell’inchiesta sull’arresto del 35enne animatore in carcere da una settimana con l’accusa di molestie sessuali a un bimbo di 5 anni. Lo stesso Di Vizio ammette: «Sono molto soddisfatto». La sensazione è che la posizione del Comune si sia aggravata. LA IBBA , dirigente delle politiche sociali, e la Mingozzi, responsabile dell’unità minori, non potranno riferire a nessuno i contenuti del colloquio di ieri con pm e carabinieri di Forlì. Evidentemente il materiale raccolto nei verbali a loro intestati è troppo prezioso ai fini dell’inchiesta. Per questo non si escludono nei prossimi giorni clamorose novità. Domani intanto dal pm passerà l’assessore ai Servizi sociali, Loretta Bertozzi. CIO’ che gli inquirenti volevano chiarire era l’ingranaggio legislativo che disciplina gli affidi temporanei dei minori. Il bimbo oggetto delle presunte molestie sessuali era stato per qualche settimana affidato all’uomo, poi arrestato, grazie a una convenzione tra il Comune e sei cooperative sociali della città. Un’intesa firmata nel 2005 che trae nutrimento dalla legge quadro nazionale del 2000 sul riordino dei servizi sociali. Subito dopo l’arresto, i fari dell’inchiesta sono stati orizzontati proprio sulle infinite e spesso non chiare pieghe di quella legge. In che modo vengono scelti gli affidatari a cui destinare un bimbo per sei ore al giorno? Come viene gestito il reclutamento? In che modo e con quale frequenza vengono eseguiti i controlli? E poi: chi controlla chi? Il giorno dopo il blitz nella casa del 35enne presunto pedofilo, è scattata una serie di controlli, verifiche, perquisizioni e sequestri negli uffici comunali. Le carte finite in Procura però, se possibile, più che illuminare hanno ulteriormente offuscato la mente degli investigatori. Com’è possibile che un single possa accedere a un affido? Spigolando tra i vari commi, nella convenzione del 2005 si parla solo di ‘famiglie affidatarie’. E possibilmente con ‘esperienze genitoriali’. Per gli inquirenti, le uniche credenziali che avrebbe avuto quell’uomo, era la sua notorietà, raccolta in anni di spettacoli di animazione per bambini. DOPO il suo arresto, il 35enne ha ammesso d’avere molestato, sei mesi fa circa, un 25enne disabile psichico. Ha invece negato eventuali molestie al bimbo avuto in affido. Poi però, nell’interrogatorio di garanzia col giudice, ha rimodulato la sostanza delle sue parole: «Forse è vero, coi bimbi sono un po’ morboso». Le immagini delle microcamere spia disseminate nella sua casa per gli inquirenti sono indizi «schiaccianti». Dalla lettura delle centinaia di pagine di alcuni suoi diari, le «attenzioni» per i bambini sarebbero «inquietanti». Il legale dell’uomo, Paola Monaldi, ha intanto chiesto la scarcerazione al Tribunale della Libertà. Per ora però pm e carabinieri pensano ad altro. Per esempio, all’interrogatorio di domani con la Bertozzi.
Fonte: Il resto del Carlino
[Modificato da FidelisAdmin 07/09/2007 10:45]