Choc senza fine: altri tre possibili casi
L’animatore descriveva gli incontri nel suo diario: «Minuti bellissimi»
di MAURIZIO BURNACCI
Scriveva, congelava emozioni, annotava pulsioni. Un flusso infuocato, minuto per minuto. I carabinieri di Forlì in casa del 35enne arrestato per pedofilia hanno trovato centinaia di pagine. Diari, registri sentimentali. Pagine ricamate da un inchiostro spesso, volenteroso. Morboso. Preciso. Fitto come una pioggia. «Ho passato qualche minuto con lui, è stato bellissimo». Lui è un bambino. Perché ci sono sempre loro, i bambini, al centro dell’orizzonte dell’animatore ora in cella con l’accusa di violenza sessuale su un bambino di 5 anni. Un bimbo ottenuto in affido temporaneo da una cooperativa sociale appaltatrice del Comune. I militari stanno passando al setaccio quelle pagine di vita opaca. Ritmata da una solitudine da panico. E dai primi riscontri, almeno altri tre bimbi sarebbero finiti tra quelle migliaia di righe. PERCHE’ sono finiti in quei diari, i tre bambini? E’ questa la materia del lavoro di ricerca dei carabinieri. La famiglia di uno di quei tre bambini è già stata contattata. I genitori hanno sgranato gli occhi. Furore e terrore, questa è stata la loro reazione. Quell’uomo, i due genitori, se lo ricordano. Allora, nel ’99, non dissero nulla. Tralasciarono, per non avere grane. Ma dopo qualche giorno che quell’uomo frequentava il loro bimbo, il padre intervenne duro. E disse a quell’uomo di stare alla larga. Il bambino cominciava a fare discorsi strani. Poi un giorno videro coi loro occhi come si comportava col loro figlio quell’uomo, conosciuto probabilmente a scuola, dove il 35enne andava a fare l’animatore. Baci, carezze. Sfioramenti ambigui. «Basta, nostro figlio lei non lo incontrerà più». Storia finita. Ma quel bimbo restò a galleggiare nel cuore dell’uomo. Una cascata d’inchiostro colmò le pagine dei suoi diari. Parole oscure. Ma terribilmente chiare. «Raccapriccianti», dicono i carabinieri. Fino a che punto è arrivato, quell’uomo ora in carcere, con quel bambino? I nomi di altri piccoli ricorrono nelle confessioni torrenziali del 35enne animatore, sorriso tenue, personalità accattivante, capace di catalizzare la stima di decine di genitori, maestri e alte sfere di amministrazioni pubbliche e sodalizi a carattere sociale. Quando c’era da fare una festa coi bimbi, c’era sempre lui, il cantastorie suadente con la stoffa (nuvolosa) del pifferaio magico, che cantava e abbracciava la fisarmonica come abbracciava quel bimbo di 5 anni trovato sei giorni fa in casa sua. Un bimbo avuto in affido temporaneo estivo da una coop sociale dietro mandato (tramite una convenzione del 2005) dei servizi sociali del Comune. PER un’ora ieri mattina il giudice per le indagini preliminari Rita Chierici ha sentito in carcere l’uomo per l’interrogatorio di garanzia. L’arresto è stato convalidato. E lui, il 35enne cantastorie, ha cambiato un po’ la sua storia. «E’ vero, forse coi bambini ho un atteggiamento un po’ morboso». Una sottolineatura in più rispetto alle parole spese col pm Fabio Di Vizio subito dopo l’arresto: «Non facevo nulla di male, erano solo coccole e carezze». Poi ha di nuovo ammesso la violenza sessuale ai danni di un 25enne disabile. Il legale dell’uomo, Paola Monaldi, ma anche il pm Di Vizio, potrebbero chiedere nei prossimi giorni una perizia psichiatrica. GLI obiettivi sarebbero opposti. Ma il risultato potrebbe segnare comunque un giro di boa fondamentale per l’esito dell’inchiesta. La difesa potrebbe puntare sulla scemata capacità d’intendere e volere dell’uomo. Gli investigatori però sembrano pensarla diversamente. «Il suo tipo d’approccio è inquietante e calcolato: mai brutale, sempre persuasivo, accomodante, cercava di plasmare il bimbo in ogni suo aspetto»: questo emerge dai primi riscontri della visione dei filmati delle microcamere installate tre giorni prima dell’irruzione in casa dell’uomo. In quelle immagini affiorano baci sulle labbra, sfioramenti, abbracci e ‘rotolamenti’ sul letto. «Siamo intervenuti prima che la cosa degenerasse», ripetono i carabinieri. Che dovranno anche vagliare le centinaia di foto trovate sul suo computer. Altre emozioni congelate. Attenzioni morbose, forse, più che coccole e carezze.
Fonte: Il Resto del Carlino
[Modificato da FidelisAdmin 07/09/2007 10:45]