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LEGGE 154 DEL 05 APRILE 2001

Ultimo Aggiornamento: 12/07/2007 12:38
12/07/2007 12:38
 
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Legge n. 154 del 5 Aprile 2001

“Misure contro la violenza nelle relazioni familiari”
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 98 del 28 aprile 2001

Art. 1.
(Misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare)
1. Dopo il comma 2 dell’articolo 291 del codice di procedura penale è aggiunto il seguente:
«2-bis. In caso di necessità o urgenza il pubblico ministero può chiedere al giudice, nell’interesse
della persona offesa, le misure patrimoniali provvisorie di cui all’articolo 282-bis. Il provvedimento
perde efficacia qualora la misura cautelare sia successivamente revocata».
2. Dopo l’articolo 282 del codice di procedura penale è inserito il seguente:
«Art. 282-bis. – (Allontanamento dalla casa familiare). – 1. Con il provvedimento che dispone
l’allontanamento il giudice prescrive all’imputato di lasciare immediatamente la casa familiare,
ovvero di non farvi rientro, e di non accedervi senza l’autorizzazione del giudice che procede.
L’eventuale autorizzazione può prescrivere determinate modalità di visita.
2. Il giudice, qualora sussistano esigenze di tutela dell’incolumità della persona offesa o dei suoi
prossimi congiunti, può inoltre prescrivere all’imputato di non avvicinarsi a luoghi determinati
abitualmente frequentati dalla persona offesa, in particolare il luogo di lavoro, il domicilio della
famiglia di origine o dei prossimi congiunti, salvo che la frequentazione sia necessaria per motivi di
lavoro. In tale ultimo caso il giudice prescrive le relative modalità e può imporre limitazioni.
3. Il giudice, su richiesta del pubblico ministero, può altresì ingiungere il pagamento periodico di
un assegno a favore delle persone conviventi che, per effetto della misura cautelare disposta,
rimangano prive di mezzi adeguati. Il giudice determina la misura dell’assegno tenendo conto delle
circostanze e dei redditi dell’obbligato e stabilisce le modalità ed i termini del versamento. Può
ordinare, se necessario, che l’assegno sia versato direttamente al beneficiario da parte del datore di
lavoro dell’obbligato, detraendolo dalla retribuzione a lui spettante. L’ordine di pagamento ha
efficacia di titolo esecutivo.
4. I provvedimenti di cui ai commi 2 e 3 possono essere assunti anche successivamente al
provvedimento di cui al comma 1, sempre che questo non sia stato revocato o non abbia comunque
perduto efficacia. Essi, anche se assunti successivamente, perdono efficacia se è revocato o perde
comunque efficacia il provvedimento di cui al comma 1. Il provvedimento di cui al comma 3, se a
favore del coniuge o dei figli, perde efficacia, inoltre, qualora sopravvenga l’ordinanza prevista
dall’articolo 708 del codice di procedura civile ovvero altro provvedimento del giudice civile in
ordine ai rapporti economico-patrimoniali tra i coniugi ovvero al mantenimento dei figli.
5. Il provvedimento di cui al comma 3 può essere modificato se mutano le condizioni
dell’obbligato o del beneficiario, e viene revocato se la convivenza riprende.
6. Qualora si proceda per uno dei delitti previsti dagli articoli 570, 571, 600-bis, 600-ter, 600-
quater, 609-bis, 609-ter, 609-quater, 609-quinquies e 609-octies del codice penale, commesso in
danno dei prossimi congiunti o del convivente, la misura può essere disposta anche al di fuori dei
limiti di pena previsti dall’articolo 280».

Art. 2.
(Ordini di protezione contro gli abusi familiari)
1. Dopo il titolo IX del libro primo del codice civile è inserito il seguente:
«Titolo IX-bis.
ORDINI DI PROTEZIONE CONTRO GLI ABUSI FAMILIARI
Art. 342-bis.
(Ordini di protezione contro gli abusi familiari)
Quando la condotta del coniuge o di altro convivente è causa di grave pregiudizio all’integrità
fisica o morale ovvero alla libertà dell’altro coniuge o convivente, il giudice, qualora il fatto non
costituisca reato perseguibile d’ufficio, su istanza di parte, può adottare con decreto uno o più dei
provvedimenti di cui all’articolo 342-ter.
Art. 342-ter.
(Contenuto degli ordini di protezione)
Con il decreto di cui all’articolo 342-bis il giudice ordina al coniuge o convivente, che ha tenuto
la condotta pregiudizievole, la cessazione della stessa condotta e dispone l’allontanamento dalla
casa familiare del coniuge o del convivente che ha tenuto la condotta pregiudizievole
prescrivendogli altresì, ove occorra, di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati
dall’istante, ed in particolare al luogo di lavoro, al domicilio della famiglia d’origine, ovvero al
domicilio di altri prossimi congiunti o di altre persone ed in prossimità dei luoghi di istruzione dei
figli della coppia, salvo che questi non debba frequentare i medesimi luoghi per esigenze di lavoro.
Il giudice può disporre, altresì, ove occorra l’intervento dei servizi sociali del territorio o di un
centro di mediazione familiare, nonchè delle associazioni che abbiano come fine statutario il
sostegno e l’accoglienza di donne e minori o di altri soggetti vittime di abusi e maltrattati; il
pagamento periodico di un assegno a favore delle persone conviventi che, per effetto dei
provvedimenti di cui al primo comma, rimangono prive di mezzi adeguati, fissando modalità e
termini di versamento e prescrivendo, se del caso, che la somma sia versata direttamente all’avente
diritto dal datore di lavoro dell’obbligato, detraendola dalla retribuzione allo stesso spettante.
Con il medesimo decreto il giudice, nei casi di cui ai precedenti commi, stabilisce la durata
dell’ordine di protezione, che decorre dal giorno dell’avvenuta esecuzione dello stesso. Questa non
può essere superiore a sei mesi e può essere prorogata, su istanza di parte, soltanto se ricorrano
gravi motivi per il tempo strettamente necessario.
Con il medesimo decreto il giudice determina le modalità di attuazione. Ove sorgano difficoltà o
contestazioni in ordine all’esecuzione, lo stesso giudice provvede con decreto ad emanare i
provvedimenti più opportuni per l’attuazione, ivi compreso l’ausilio della forza pubblica e
dell’ufficiale sanitario».

Art. 3.
(Disposizioni processuali)
1. Dopo il capo V del Titolo II del Libro quarto del codice di procedura civile è inserito il
seguente:
«CAPO V-bis.
DEGLI ORDINI DI PROTEZIONE CONTRO GLI ABUSI FAMILIARI
Art. 736-bis.
(Provvedimenti di adozione degli ordini di protezione contro gli abusi familiari).
Nei casi di cui all’articolo 342-bis del codice civile, l’istanza si propone, anche dalla parte
personalmente, con ricorso al tribunale del luogo di residenza o di domicilio dell’istante, che
provvede in camera di consiglio in composizione monocratica.
Il presidente del tribunale designa il giudice a cui è affidata la trattazione del ricorso. Il giudice,
sentite le parti, procede nel modo che ritiene più opportuno agli atti di istruzione necessari,
disponendo, ove occorra, anche per mezzo della polizia tributaria, indagini sui redditi, sul tenore di
vita e sul patrimonio personale e comune delle parti, e provvede con decreto motivato
immediatamente esecutivo.
Nel caso di urgenza, il giudice, assunte ove occorra sommarie informazioni, può adottare
immediatamente l’ordine di protezione fissando l’udienza di comparizione delle parti davanti a sé
entro un termine non superiore a quindici giorni ed assegnando all’istante un termine non superiore
a otto giorni per la notificazione del ricorso e del decreto. All’udienza il giudice conferma, modifica
o revoca l’ordine di protezione.
Contro il decreto con cui il giudice adotta l’ordine di protezione o rigetta il ricorso, ai sensi del
secondo comma, ovvero conferma, modifica o revoca l’ordine di protezione precedentemente
adottato nel caso di cui al terzo comma, è ammesso reclamo al tribunale entro i termini previsti dal
secondo comma dell’articolo 739. Il reclamo non sospende l’esecutività dell’ordine di protezione. Il
tribunale provvede in camera di consiglio, in composizione collegiale, sentite le parti, con decreto
motivato non impugnabile. Del collegio non fa parte il giudice che ha emesso il provvedimento
impugnato.
Per quanto non previsto dal presente articolo, si applicano al procedimento, in quanto
compatibili, gli articoli 737 e seguenti».

Art. 4.
(Trattazione nel periodo feriale dei magistrati)
1. Nell’articolo 92, primo comma, dell’ordinamento giudiziario, approvato con regio decreto 30
gennaio 1941, n.12, dopo le parole: «procedimenti cautelari,» sono inserite le seguenti: «per
l’adozione di ordini di protezione contro gli abusi familiari,».

Art. 5.
(Pericolo determinato da altri familiari)
1. Le norme di cui alla presente legge si applicano, in quanto compatibili, anche nel caso in cui la
condotta pregiudizievole sia stata tenuta da altro componente del nucleo familiare diverso dal
coniuge o dal convivente, ovvero nei confronti di altro componente del nucleo familiare diverso dal
coniuge o dal convivente. In tal caso l’istanza è proposta dal componente del nucleo familiare in
danno del quale è tenuta la condotta pregiudizievole.

Art. 6.
(Sanzione penale)
1. Chiunque elude l’ordine di protezione previsto dall’articolo 342-ter del codice civile, ovvero
un provvedimento di eguale contenuto assunto nel procedimento di separazione personale dei
coniugi o nel procedimento di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio è
punito con la pena stabilita dall’articolo 388, primo comma, del codice penale. Si applica altresì
l’ultimo comma del medesimo articolo 388 del codice penale.

Art. 7.
(Disposizioni fiscali)
1. Tutti gli atti, i documenti e i provvedimenti relativi all’azione civile contro la violenza nelle
relazioni familiari, nonchè i procedimenti anche esecutivi e cautelari diretti a ottenere la
corresponsione dell’assegno di mantenimento previsto dal comma 3 dell’articolo 282-bis del codice
di procedura penale e dal secondo comma dell’articolo 342-ter del codice civile, sono esenti
dall’imposta di bollo e da ogni altra tassa e imposta, dai diritti di notifica, di cancelleria e di copia
nonchè dall’obbligo della richiesta di registrazione, ai sensi dell’articolo 9, comma 8, della legge 23
dicembre 1999, n. 488, e successive modificazioni.

Art. 8.
(Ambito di applicazione)
1. Le disposizioni degli articoli 2 e 3 della presente legge non si applicano quando la condotta
pregiudizievole è tenuta dal coniuge che ha proposto o nei confronti del quale è stata proposta
domanda di separazione personale ovvero di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del
matrimonio se nel relativo procedimento si è svolta l’udienza di comparizione dei coniugi davanti al
presidente prevista dall’articolo 706 del codice di procedura civile ovvero, rispettivamente,
dall’articolo 4 della legge 1º dicembre 1970, n. 898, e successive modificazioni. In tal caso si
applicano le disposizioni contenute, rispettivamente, negli articoli 706 e seguenti del codice di
procedura civile e nella legge 1º dicembre 1970, n. 898, e successive modificazioni, e nei relativi
procedimenti possono essere assunti provvedimenti aventi i contenuti indicati nell’articolo 342-ter
del codice civile.
2. L’ordine di protezione adottato ai sensi degli articoli 2 e 3 perde efficacia qualora sia
successivamente pronunciata, nel procedimento di separazione personale o di scioglimento o
cessazione degli effetti civili del matrimonio promosso dal coniuge istante o nei suoi confronti,
l’ordinanza contenente provvedimenti temporanei ed urgenti prevista, rispettivamente, dall’articolo
708 del codice di procedura civile e dall’articolo 4 della legge 1º dicembre 1970, n. 898, e
successive modificazioni.

Fonte: www.doppiadifesa.it

[Modificato da Geneshys 12/07/2007 13.23]

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