|
probabilmente qualcosa di vero c'è spetterà alla magistratura stabilire quanti sono stati effettivamente gli abusi e chi è stato a commetterli certamente anche i genitori non si sono comportati per il meglio anche se lo hanno fatto incosapevolmente perche mal consigliati da chi avrebbe dovuto gestire meglio tutto l'apparato investigativo
X Antonella, se legge, posso solo dirle che chi gestisce il forum mette in gioco se stesso a favore dei più deboli, trattando argomenti che richiedono una delicatezza che non è possibile trovare dall'oggi al domani, a volte si può anche sbagliare ma è nella natura umana sbagliare, aiutando a ritrovare un minimo di autostima per riscattarsi. In questa occasione hanno riportato i fatti come sono stati posti alla visione di milioni di italiani ed ognuno ne può trarre le conclusioni che vuole
Quello che riporto sotto è uno stralcio ripreso da un altro forum
Tre filmati consegnati dai genitori ai carabinieri. I piccoli parlano poco e cercano di non rispondere
ROMA — La stanza è piena di giocattoli, la bambina è al centro. Indossa soltanto le mutandine. Ride, scherza. Davanti a lei, seduto per terra, c'è il padre. È vestito con un paio di boxer e una maglietta. Comincia a parlare. La interroga. È lui a descrivere «i giochi con le maestre», a fare i nomi dei grandi. E quando la bambina dice che «non è vero», la incalza: «Allora sei bugiarda». La mamma tiene la telecamera, filma tutto. L'orologio segna il tempo. Quando sono trascorsi 45 minuti la piccola appare esausta. «Basta papà, sono stanca». Lui insiste, fa altre domande. Lei gli tappa la bocca con la mano: «Basta, non parlare più».
I FILM DEI GENITORI
Ecco i dvd consegnati dai genitori di Rignano ai carabinieri. Tre lunghi filmati riprendono due femmine e un maschio, che avrebbero subito abusi e violenze. Sono stati i genitori a girarli, poi li hanno allegati alle denunce. Ma adesso in quei video la cosa che più colpisce è la ricerca spasmodica, a tratti ossessiva, per trovare riscontri. Lunedì prossimo, quando il Tribunale del riesame dovrà rispondere all'istanza di scarcerazione delle tre maestre, della bidella e dei due uomini accusati di essere pedofili, la difesa batterà proprio questo tasto. Gli avvocati Franco Coppi, Roberto Borgogno, Giosuè Bruno Naso e Ippolita Naso li mostreranno ai giudici per dimostrare «come i minori siano stati suggestionati e indotti a raccontare falsità».
È un pomeriggio di luglio, le immagini scorrono. «Ci sono state persone grandi che ti hanno fatto fare cose brutte?» chiede il padre. «No» risponde la bambina. «Tu li conosci?». «No papà». «Allora sei bugiarda. Chi dice le bugie lo sai chi è?». «Tu». «Allora sei proprio bugiarda». La bambina resta buona per terra. Il padre insiste. «Allora è vero che c'erano persone che ti facevano la bua?». «Non è vero». «Non c'era una persona grossa, con i segni?». «Non è vero». Il colloquio va avanti, l'uomo ora ha in mano una papera di peluche. Fa finta che sia lei a porre le domande, ma la bambina non cambia atteggiamento: «Ti devi fare gli affari tuoi. Sei tu bugiardo». Lui prende due cavallini di plastica, una Barbie nuda. Mette la bambola sul cavallo. Chiede alla figlia se è questo il gioco che fanno con le maestre. «No, papà. Basta con i nomi, sono stanca».
In un altro spezzone di video, mentre è con la mamma, la bimba porta il dito verso le mutandine, mima una masturbazione. La mamma la fa continuare, le fa altre domande per sapere chi le ha insegnato questo gioco. Questa volta è il padre a filmare. Poi arriva un cuginetto di undici anni. La bambina è sul letto a pancia in giù. Il bambino le si stende sopra. La bacia sul collo. Le tira giù gli slip. La ripresa viene effettuata dalla finestra, dura quasi dieci minuti. Il 2 agosto, quando è ormai passata la mezzanotte, i genitori girano un nuovo video. C'è un altro bimbo con la mamma. Fanno ancora domande, sembra quasi che li mettano a confronto. I piccoli rispondono a monosillabi. Finché non chiedono di andare a dormire.
C'è poi un dvd che contiene la registrazione audio di un colloquio della terza bimba con la mamma, nessuna immagine. «Sei mai uscita da scuola?» chiede la donna. «Mai» risponde la figlia. «Ma mi hai detto di sì». «A casa di Patrizia». La mamma descrive i giochi, fa i nomi delle maestre, cerca conferme. Quando chiede «dove Giovanni infilava il pipino», la bimba mostra i propri organi genitali, poi il sedere.
GLI INTERROGATORI
«Giovanni» dicono i giudici è Gianfranco Scancarello, l'autore televisivo finito in carcere insieme alla moglie, la maestra Patrizia Del Meglio. Il 3 febbraio scorso entrambi si presentano davanti al pubblico ministero per giurare di essere innocenti. «Non frequento la realtà di Rignano — afferma lui — perché esco la mattina alle 8,30 e torno a casa circa 12 ore dopo». Nega che i bambini della scuola siano mai stati a casa sua, nega di conoscere il benzinaio cingalese accusato per i suoi stessi reati. Nega anche di conoscere la preside della «Olga Rovere», ma in questo viene smentito dalle intercettazioni. «Le famiglie — afferma il giudice — si conoscono da vent'anni». La moglie entra nei dettagli per dimostrare di non aver mai portato i bimbi fuori dalla scuola: «Sottolineo la mancanza di coincidenza oraria tra la mia classe e quella dell'insegnante Pucci (anche lei poi arrestata ndr), non vedo quindi come potevo vederli in orario scolastico». Poi aggiunge: «Non ho mai denudato i bambini per dare loro delle botte, che non sono comunque nella consuetudine e ovviamente non l'ho fatto a fini sessuali. Ho una buona reputazione, tanto che molti genitori all'inizio del ciclo triennale hanno chiesto di affidare i propri figli a me».
Fiorenza Sarzanini
05 maggio 2007
Avevo capito che erano saltati fuori i video girati dai pedofili, invece sono stati filmati dagli stessi genitori, improvvisatisi detectives alla ricerca di prove... Mi chiedo cosa stia danneggiando di più questi bambini, se il male (forse) subito o le indagini. Come dice Hyena, il quadro è estremamente confuso e la sensazione è che si stia sgonfiando, pare che segni di violenze non ce ne siano affatto, d'altro canto certi gesti i bambini non possono esserseli inventati, devono averli visti. E mi viene il dubbio che qualche idiota li abbia parcheggiati davanti a un videoregistratore con una cassetta di cartoni animati sulla quale lo stesso o qualche altro idiota abbia "dimenticato" un pornazzo, dove magari appariva qualche negro, poi "individuato" nel benzinaio cingalese, che si starà ancora chiedendo se è finito in galera per aver fatto il furbo nel contare il resto... Una specie di psicosi collettiva. E penso che oltre questa ipotesi non si potrà andare... |