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Liberate Daniele Mastrogiacomo

Ultimo Aggiornamento: 20/03/2007 10:26
15/03/2007 15:09
 
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Una foto del nostro inviato Daniele Mastrogiacomo e un brevissimo appello in inglese e in arabo affinché tutti sappiano che il giornalista italiano deve essere lasciato libero. Poche parole: “Liberatelo, è un giornalista”. Perché Daniele è andato in Afghanistan a svolgere il suo lavoro di giornalista, di reporter che cerca le notizie e racconta.

Per questo vi chiediamo un firma per la liberazione di Mastrogiacomo. Ma vi chiediamo anche, se volete, di diffondere questo semplice messaggio. Potete farlo inviando la sua foto e l’appello in inglese o in arabo a vostri amici o conoscenti in qualunque parte del mondo, ai governi, ai giornalisti, alle televisioni dei paesi arabi. Oppure potete scaricarlo, farne un poster, un manifesto, uno screen saver da utilizzare finché Daniele non tornerà a casa.


FIRMA L'APPELLO
(Clicca sulla foto sotto)






[Modificato da FidelisAdmin 15/03/2007 15.21]

17/03/2007 19:06
 
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Firmate numerosi! [SM=g28002]
17/03/2007 22:31
 
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E'nella mia natura mettermi sempre nei panni della famiglia che vive tragedie simili a queste, posso solo minimamente comprendere come debbano sentirsi i loro cari.

Un gesto di sana solidarietà non guasta mai....


Saluti
Gae
19/03/2007 18:28
 
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Mastrogiacomo è libero
"Ho avuto paura di morire"

Daniele


ROMA - Sono circa le 18,30, ora afgana - intorno alle 15, qui in Italia - quando Daniele Mastrogiacomo varca i cancelli delll'ospedale di Emergency a Lashkar-gah. Finalmente libero, dopo 15 giorni di prigionia. Ad accogliere l'inviato di Repubblica - in tunica verde scuro e turbante beige - è il fondatore e leader di Emergency, Gino Strada: i due si abbracciano, è la fine di un incubo.

Il rientro dovrebbe avvenire nella giornata di domani, su un aereo messo a disposizione dal governo. Ed è tutto il nostro Paese a tirare un sospiro di sollievo. Perché il sequestro del giornalista, tenuto in ostaggio dai telebani che fanno capo al mullah Dadullah, si è finalmente concluso in maniera positiva. Dopo due settimane di ansie, di speranze, ma anche di momenti tragici. Come l'uccisione dell'autista di Mastrogiacomo, sgozzato dai sequestratori con l'accusa di essere una spia. Il terzo prigioniero, l'interpete Adjmal Naskhbandi, è stato liberato anche lui, con Daniele.

L'inviato di Repubblica, al suo arrivo nell'ospedale di Emergency, appare ovviamente un po' provato, un po' dimagrito. Ma sta bene. Come conferma subito Strada: "E' in grande forma". E lui: "Grande Gino, grazie". Poi (intorno alle 15.15, ora italiana) l'abbraccio telefonico alla moglie Luisella, il colloquio col direttore di Repubblica Ezio Mauro, il ringraziamento - attraverso i microfoni di Repubblica Tv - ai colleghi del giornale. E a tutti i cittadini quelli che, nei duri giorni del sequestro, gli sono stati vicini. In tutti i momenti bui: "Sono stato in quindici prigioni diverse, sempre incatenato mani e piedi. Ho avuto paura di morire".

Mastrogiacomo riferisce anche di aver girato, nel corso della sua prigionia, altri due messaggi video, mai diffusi dai suoi sequestratori. "Ti è arrivato il messaggio - chiede Daniele a Mauro - in cui parlo a te in ginocchio nel deserto?". Messaggio che, evidentemente, i rapitori hanno deciso di non divulgare.

E' stata l'agenzia stampa afghana Pajhwok a dare per prima la notizia. Nel confermare la liberazione, il comandante talebano Dadullah ha spiegato che l'ostaggio è stato restituito al suo Paese in cambio della scarcerazione di cinque prigionieri talebani, e consegnato a "funzionari italiani" nel distretto di Hazarijuft nella provincia meridionale di Helmand. Tra gli uomini liberati c'è anche suo fratello Mansoor Ahmad. Gli altri sono: Ustad Yasir, il Mufti Latifullah Hakimi (ex portavoce dei talebani) ed i due comandanti Hamdullah e Abdul Ghaffar.

Una trattativa non facile, quella per il rilascio. Che, come rivela oggi Ezio Mauro, è stata condotta su un doppio binario: a quello ufficiale attivato dalla Farnesina, che aveva come interlocutore il governo Karzai, si è aggiunto quello di Repubblica (di cui comunque l'esecutivo era a conoscenza). "Questi due canali hanno operato in maniera indipendente l'uno dall'altro per almeno una settimana, per capire se poi potessero confluire in un'unica strada idonea a riportare a casa Daniele".

Così come è stato. Anche grazie al contributo fondamentale di Emergency, "che l'ha materialmente portato a a casa". E cioè in quell'ospedale di Lashkar-gah dove c'è stato l'abbraccio - commovente, liberatorio - tra Daniele e Gino Strada.


Fonte: La Repubblica

20/03/2007 10:26
 
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EVVIVA!!!!!!!!!!!!!!

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