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Un articolo di Shirin Ebadi, Nobel per la pace 2003

Ultimo Aggiornamento: 09/03/2007 00:06
08/03/2007 18:18
 
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Shirin Ebadi è attivista per i diritti umani in Iran ed è stata insignita del Nobel per la pace nel 2003. Ieri a Roma ha tenuto un discorso per la presentazione della collana "Islamica" Mondadori,questo articolo,pubblicato ieri sul Corriere della Sera,ne rappresenta una sintesi. Il Nobel ,durante la sua visita in Italia, ha chiesto al governo iraniano la liberazione delle femministe arrestate domenica a Theran durante un raduno. E ha pregato "le femministe italiane di scrivere lettere al governo iraniano per mostrare il loro dissenso".


ISLAM TRADITO

Non è il Corano a negare i diritti umani Sono i tiranni a farsi scudo della fede

Osservando la carta geografica del pianeta, vediamo che alcuni Paesi islamici sono accusati di violazione dei diritti umani. La questione è se l' Islam è in conflitto con i diritti umani, cioè se l' Islam arma i governi con una spada facendoli combattere contro i diritti umani, come Don Chisciotte contro i mulini a vento, o se l' Islam è uno scudo dietro il quale alcuni possono nascondersi e, fraintendendolo, fare quello che vogliono, con la scusa della religione, senza dover dare conto a nessuno: per esempio, attribuire all' Islam la discriminazione sessuale e parlare di appartenenza culturale. Si tratta di pretese legittime o è solo un modo per giustificare l' oppressione? Voglio iniziare proprio dai diritti della donna. Quattordici secoli fa, tra gli arabi, per i quali avere figlie femmine era considerato una vergogna, il Profeta dell' Islam baciava la mano di sua figlia Fatima, la lodava e l' apprezzava. Nello sciismo, poi, il marito e i figli di Fatima furono addirittura i successori del Profeta. Nel XXI secolo, in alcuni Paesi che professano questa religione la vita di una donna vale la metà di quella di un uomo. Per esempio, se una donna e un uomo rimangono coinvolti in un incidente stradale, alla donna, per legge, viene riconosciuta la metà del risarcimento che spetta all' uomo. In alcuni Paesi islamici, la donna è vista come mezzo di procreazione, specialmente di figli maschi. In alcuni Paesi islamici, le donne non hanno ancora il diritto al voto, o, dove ce l' hanno, non possono ancora essere elette al Parlamento. In altri Paesi islamici, per poter studiare le donne devono avere il permesso del marito o del padre. In molti Paesi islamici, la poligamia è legale. In altri Paesi islamici, invece, come l' Indonesia, il Bangladesh e il Pakistan, le donne sono diventate addirittura presidenti della Repubblica o primi ministri. Dunque, la domanda fondamentale è: che cosa dice il vero Islam a proposito dei diritti della donna? L' Islam è una religione di fratellanza e uguaglianza; in questa religione tutti gli esseri umani sono creature di Dio e non ci sono differenze tra le religioni divine. Nel XXI secolo, in alcuni Paesi che professano questa religione vediamo che vengono costrette a portare il velo persino donne non musulmane, che non sarebbero obbligate a portarlo; che vengono frustati per aver bevuto bevande alcoliche persino i cristiani, che si sentono autorizzati a berle; e che vengono decapitati con l' accusa di eresia e miscredenza persino i seguaci di altre religioni. Eppure in Indonesia da secoli i musulmani convivono in pace e amicizia con i seguaci di Buddha, con i quali non hanno mai avuto divergenze per motivi religiosi. Allora la domanda è: perché questo non accade anche in altri Paesi islamici? La religione musulmana è basata sulla democrazia e sulla consultazione popolare. Il Profeta e i suoi successori si consultavano sempre con i saggi della loro epoca prima di iniziare una guerra o prendere decisioni importanti. Per contro, nel XXI secolo incontriamo dei teorici i quali sostengono che l' Islam è incompatibile con la democrazia, perché la maggioranza può sbagliare e non si può accettare l' opinione della maggioranza che può essere errata, e così costoro impongono a tutti la propria opinione. Laddove alcuni Paesi islamici, come la Malaysia, godono di una democrazia piuttosto avanzata. Oggigiorno molti governi si nascondono dietro lo scudo dell' Islam e giustificano le proprie ingiustizie con un' errata interpretazione della religione. È altrettanto vero, però, che l' abuso e l' interpretazione errata non sono una prerogativa esclusiva dei musulmani. Come si possono dimenticare i campi di lavoro forzato in Siberia all' epoca di Stalin o il massacro degli studenti in Cina? Anche quelle crudeltà venivano giustificate appellandosi alle teorie marxiste. E le pagine della storia sono piene di ingiustizie commesse dalla Chiesa nel Medioevo con la pretesa di seguire i precetti cristiani. Per opporsi ai governi non democratici, i moderni studiosi religiosi e pensatori islamici hanno creato uno schieramento unitario, indipendentemente dalle frontiere dei Paesi di appartenenza. Per i musulmani, la creazione di questo fronte unico composto da esponenti di diverse nazionalità, che, mantenendo la sacralità dell' Islam, hanno ingaggiato la lotta contro i governi totalitari, è la promessa di salvezza. Questo fronte unico non ha un nome, non ha un leader, non ha una sede centrale né filiali. La sua sede è nella mente di ogni pensatore musulmano che, professando la religione dei propri padri e dei propri antenati, rispetta la democrazia, non vuole ubbidire a qualsiasi pretesa errata e non sopporta le ingiustizie. Contro queste idee, oltre ai vecchi fondamentalisti e ai governi non democratici hanno protestato anche altri gruppi. Sono coloro che cercano di spacciare i comportamenti errati di alcuni musulmani o gruppi musulmani come il vero Islam, presentandolo agli occhi del mondo sotto il nome di «terrorismo», per promuovere le loro idee sullo scontro tra le civiltà e giustificare le guerre in Medio Oriente. In verità, l' Islam progressista, l' Islam che crede nella democrazia, l' Islam che crede nei diritti umani, viene attaccato su due fronti: sia da parte dei fondamentalisti, che giustificano le proprie azioni in nome dell' Islam; sia da parte dei nemici dell' Islam, che, distorcendo l' immagine dell' Islam, cercano di giustificare le proprie azioni belliche. È questo il punto comune tra gli amici ignoranti e i nemici consapevoli dell' Islam. In questo momento storico cruciale il dovere critico degli intellettuali musulmani consapevoli è presentare il vero volto dell' Islam, che è colmo di affetto, di generosità e misericordia, e nettamente contrario alla violenza. In Medio Oriente, musulmani, cristiani ed ebrei hanno convissuto e si sono frequentati per un lungo periodo; nell' Asia orientale, i musulmani avevano stretti rapporti con i seguaci delle religioni buddhista e induista. Sì, si può convivere in amicizia con qualsiasi religione e confessione religiosa, e avere reciprocamente rispetto delle idee altrui. La democrazia e i diritti umani sono esigenze comuni a tutte le culture e a tutte le comunità umane. Il rispetto per la vita, la proprietà e la dignità umana è approvato da tutte le culture e tutte le religioni. Il terrore, la violenza, le torture e l' umiliazione sono condannati da tutte le comunità e tutte le religioni. Quelli che, in nome dell' appartenenza culturale, rifiutano di applicare la democrazia e i diritti umani sono solo dei vecchi prepotenti che, mascherando la dittatura con la cultura nazionalistica o religiosa, tentano di violare i diritti del proprio popolo.

Ebadi Shirin

09/03/2007 00:06
 
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Non è il Corano a negare i diritti umani Sono i tiranni a farsi scudo della fede

Questa è una fgrande verità, ho sempre pensato che le confessioni religiose non sono mai portatrici di odio ma bensi terreno pertile per l'amore fraterno...
Al centro dell'odio religioso ci sta sempre il fraintendimento di fazioni estremiste che non fanno altro che distorcere il messaggio della propria fede, sia essa cristiana, musulmana o di altra confessione.

Per il credente Dio è amore, pertanto partendo da questo presupposto non si può venire meno alla missione che ogni persona di fede ha, cioè quella di diffondere amore e fratellanza!

Chissà se un giorno verrano meno i propri egoismi dottrinali e dogmatici per far spazio ad una vera e sana condivisione di valori e principi, quali libertà, fratellanza, uguaglianza...

Speriamo [SM=g28002]


Un saluto
Gae

[Modificato da Geneshys 09/03/2007 0.07]

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