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LE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI

Ultimo Aggiornamento: 20/07/2006 18:25
20/07/2006 18:25
 
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YAOUNDE, 5 Luglio 2006 (IPS) - Nei giorni scorsi, in Camerun, era facile incontrare legislatrici donne riunite sotto un albero nel giardino del parlamento, ad ascoltare Hannah Kwenti: questa ragazza di 17 anni, madre di una bambina di cinque mesi, è una delle vittime della mutilazione genitale femminile (MGF).

“Io vengo da Mamfé (nel Camerun sud-occidentale), dove sono stata circoncisa a gennaio, dopo la nascita di Ruth”, ha raccontato all’IPS. “I miei suoceri hanno insistito, pensando che se non lo avessi fatto, un giorno avrei potuto tradire Peter (suo marito)”.

L’operazione si è svolta appena tre giorni dopo il parto di Kwenti.

“Durante l’escissione ho perso molto sangue, e mentre mi contorcevo dal dolore, la donna (che ha praticato la circoncisione) mi ha detto: ‘Smettila di urlare, il tuo caso è tollerabile. Ad alcune rimuoviamo tutto quello che hanno lì’”.

La MGF, chiamata anche circoncisione femminile, implica la rimozione parziale o completa dei genitali femminili; la ferita prodotta dal taglio viene poi ricucita con dei punti, lasciando solo un piccolo foro per il passaggio di urina e sangue mestruale.

L’escissione può essere praticata per diverse ragioni, fra queste la convinzione che in tal modo si possa ridurre l’appetito sessuale femminile, o limitare i rischi di infedeltà da parte della donna.

La donna che ha praticato la circoncisione a Kwenti, ha raccontato la ragazza, le ha detto che da quel momento non avrebbe “desiderato nessun altro uomo all’infuori di Peter”, e che non avrebbe “più dovuto preoccuparsi” delle malattie a trasmissione sessuale.

“Avrei desiderato morire, ma Dio non ha voluto. Ora devo informare ( sulla MGF), e lo faccio per le nostre figlie”, ha aggiunto Kwenti, con le mani tra i capelli.

La donna si trovava a Yaoundé per partecipare ad una campagna di sensibilizzazione per le legislatrici donne sui pericoli della circoncisione femminile. L’iniziativa è stata organizzata dal Young Jurists Legal Resource Centre del Camerun, un’organizzazione non governativa (Ong) con sede a Buéa, ad ovest della capitale Yaoundé.

La MGF è una pratica diffusa in alcune comunità di questo paese dell’Africa occidentale, oltre ad essere praticata in altre 30 nazioni del continente, secondo l’organizzazione che vigila sui diritti umani, Amnesty International.

Secondo il Centro di risorse legali dei giovani giuristi del Camerun, solo negli ultimi tre anni circa 600 donne avrebbero subito la mutilazione nella parte sud-occidentale del paese, una delle regioni dove la pratica è più diffusa (la circoncisione varia a seconda delle comunità, e dei gruppi etnici).

Inoltre, in un rapporto del Comitato per l’immigrazione e i rifugiati del Canada, si osserva che in alcune zone del paese tutte le ragazze musulmane, e quasi due terzi delle ragazze cristiane la subiscono.

La mutilazione femminile viene associata alle credenze religiose, oppure vista come un rituale per il passaggio all’età adulta, mentre altri la ritengono essenziale per l’igiene, e per migliorare l’aspetto della zona genitale.

A livello nazionale, le Nazioni Unite stimano che circa il 20 per cento delle donne del Camerun siano vittime di circoncisione, che può essere effettuata a qualsiasi età: alla nascita, durante la prima infanzia, nel corso dell’adolescenza, subito prima del matrimonio o dopo la nascita del primo figlio.

Secondo le stime ufficiali, il Camerun ha una popolazione totale di 17 milioni di abitanti, di cui il 52 per cento sono donne.

La circoncisione può comportare diversi tipi di problemi, come amplessi dolorosi, complicazioni in gravidanza, e infezioni dell’apparato urinario e riproduttivo; alcune donne sono anche decedute a seguito dell’operazione. Per di più, l’uso di strumenti non sterilizzati espone al rischio di Hiv.

Ciononostante, in Camerun non esiste nessuna legge contro la circoncisione, anche se il diritto alla salute è tutelato dalla costituzione e dal codice penale.

Il paese è anche firmatario di diverse convenzioni internazionali volte a promuovere i diritti di donne e ragazze: la Convenzione per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne; la Convenzione sui diritti dell’infanzia; la Carta africana sui diritti umani e dei popoli; e la Carta africana sui diritti e il benessere del bambino.

“Nel 2001, il governo ha lanciato una modesta campagna per sensibilizzare le comunità di alcune regioni sugli effetti dannosi della MGF”; ha detto all’IPS Esther Ayuk, presidente del Centro di risorse legali dei giovani giuristi del Camerun. “Ma il paese non ha portato avanti nessuna concreta attività su questo tema negli ultimi anni, e la pratica si è enormemente diffusa”.

La campagna del Centro potrebbe però contribuire a cambiare questa situazione.

“Abbiamo visto e compreso gli effetti che la MGF può avere sulle nostre figlie”, ha spiegato all’IPS Rose Abunaw, vicepresidente dell’Assemblea nazionale del Camerun. “Siamo scioccati da questa pratica”.

Secondo Abunaw, le 20 legislatrici (su un totale nazionale di 180 parlamentari) effettueranno il prossimo mese una visita alle comunità per incontrare coloro che praticano la circoncisione e le loro "vittime", oltre alle organizzazioni della società civile, in vista della stesura della prima legge in assoluto sulla MGF, che potrebbe passare all'esame del parlamento entro la fine dell’anno.

“Il progresso delle donne non può essere concepito se non si mette fine alla MGF”, ha detto all’IPS Jacqueline Ntep, dirigente presso il Ministero per la promozione delle donne e della famiglia.

“È per questo che stiamo allertando le associazioni nazionali, e tutti i partner che si occupano di educazione e sensibilizzazione, dei pericoli in cui incorrono le bambine vittime di mutilazioni genitali”.
*Vale*
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