Voglio restare qui
mai più girovago
per queste terre di sostanza,
voglio gustare sempre questa stagione
i suoi occhi dolci
inondati di squarci che declinano a sera
le sue mani gentili posate sugli orti
le sue guance molli per la timidezza
rossa che al Po va morendo.
Perché è qui che ho scelto alla fine di stare
di lasciare l’anima e la mia carne, qui
su questo appezzamento di verdure confuse
la parte meno nobile dei racconti
eppure la più desiderabile.
Proprio qui, dove ancora mi affaccio
di domenica e ripercorro i viali
delle mie decadenze amorose, sfondi così vivi
da profumare anche il respiro
e il tuo sorriso, acerbo come allora.
Il mio settembre
vita liberata nelle piazze, facciate colorate
di memorie, piogge sparse di sole sui balconi,
sento tornare le lingue come al tempo
delle favole più bianche
quando il sogno alle finestre
speranze spalancava.
pennabianca